Il gioco come forma di violenza

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news casinoAltra conferenza all’Enada di Roma ha avuto ad oggetto l’ormai tormentato tema della ludopatia e delle misure per contrastare questo dilagante fenomeno.
 
Mentre c’è chi relega il problema verso gruppi sociali più predisposti verso il vizio, sostenendo che se non fosse il gioco la loro malattia sarebbe un’altra, una minoranza continua a combattere il problema scontrandosi con tutte le sue forze verso il gioco d’azzardo.
 
Infatti, secondo l’Associazione per la tutela dei giocatori intervenuta e presente alla fiera, uno dei risvolti più significativi della ludopatia sarebbe proprio l’uso della violenza. Il problema pertanto si è spostato dal considerare il fenomeno ludopatico da semplice malattia e problema individuale, che investe il singolo individuo e al massimo le poche persone che lo circondano, a fenomeno sociale, che appunto avrebbe le sue conseguenze su un piano più generale e pubblico.
 
A riguardo sono stati riportati all’attenzione due casi tutt’ora in corso di svolgimento processuale. I casi riguardano sia l’evento del 2009, accaduto al Casinò di Lugano, sia quello del 2011 invece con oggetto le slot machine.
 
Il caso del 2009 è uno di quelli senza precedenti: uomo sulla quarantina, che per questioni di privacy non riporteremo il nome, giocava una sera nel Casinò di Lugano come sua abitudine nel periodo feriale.
 
Quella sera tuttavia accadde che, giocando al blackjack, dopo 4 ore, accumulò la ragguardevole cifra di 400 000 euro. I suoi sogni di cambiamenti di vita tuttavia svaniscono ben presto quando il casinò gli rifiuta di pagargli la vincita appellandosi al fatto che stava imbrogliano.
 
La tesi del casinò si basava sul fatto che il fortunato, prima di sedersi al tavolo ed iniziare a giocare, aveva passato molto tempo ad osservare il gioco senza partecipare, constatazione secondo cui egli stava aspettando il momento giusto per entrare.  Le sue puntate poi al tavolo erano state abbastanza precise e sicure. Il giocatore di contro ha sempre sostenuto di non possedere doti di tali generi e pertanto era in buona fede e la sua semplice fortuna.
 
Preso dalla rabbia, il giocatore ha cominciato a colpire con violenza tutto ciò che gli capitava a tiro. I danni sono stati 4 slot machine rotte, altre 6 danneggiate insieme al tavolo di blackjack a cui aveva giocato. Il danno si è riversato anche sui clienti, la cui maggior parte hanno abbandonato il casinò impauriti.
 
L’altra vicenda, con un epilogo analogo, invece si verificò a Marcianise dove un giocatore, dopo aver perso 700 euro ad una slot machine cominciò a prenderla a calci e pugni per sfogare la rabbia.
 
Entrambi i casi, emblematici, sono stati presi come casi scuola per mostrare come il gioco possa sfociare alla violenza e quindi come la ludopatia diventi sempre più un fenomeno troppo connesso con la delinquenza e la violenza.
 
Il gioco come forma di violenza di Daniele Paveniti - Approfondimento su un aspetto che riguarda la ludopatia: utilizzare il gioco come forma di violenza - Data: